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Lettura espressiva #1

Lettura espressiva 


Leggere un buon libro significa liberare mente ed anima.
Leggerlo ad alta voce significa far vivere la penna di un autore e farlo espressivamente permette a semplici punti di inchiostro su di un foglio di assumere forme e dimensioni reali.
Leggere con espressività significa creare!
Questo non riguarda solo l’attore, che più specificamente andrà anche ad interpretare uno scritto secondo tecniche ben precise, ma chiunque si lasci semplicemente coinvolgere da una descrizione, da un racconto, da un pensiero saggiamente messo giù, nero su bianco, dalla creatività di uno scrittore. Seguendo la punteggiatura del testo stesso, giocando con la voce, sollecitando e portando in superficie le emozioni più immediate, dando spazio alle immagini che il cervello produce, il lettore diventa automaticamente mezzo della trasformazione di parole in figurazioni.
Alcuni brevi spunti, qui indicati, possono servire a divertirsi con il libro ed i suoi contenuti. Unica vera regola è la volontà di sguinzagliare il bambino che è rimasto dentro di noi e permettergli di trovare ogni strada espressiva possibile senza inibizioni. 
Ognuno, poi, avrà un’espressività differente dall’altro e ciascuna lettura sarà diversa. Ma niente paura: fortuna che sia così … La nostra espressività è filtrata dalle esperienze emotive soggettive e dalla sensibilità del singolo che rendono unico il modo di sentire e poi di trasferire una suggestione. E’ evidente che esistano delle modalità univoche e standardizzate di comunicare eppure quando paliamo di “lettura espressiva”parliamo di qualcosa che esula completamente dall’oggettivo.
  • Il primo livello espressivo è certamente collegato proprio al primo livello cognitivo relativo alla lettura; siamo già in una fase molto interessante perché istintiva, non mediata dal ragionamento o dalle analisi. Ad una prima lettura, lasciar fluire la parola come in una valanga di sensazioni è un ottimo metodo di ricerca di qualcosa d’altro … Ed anche la velocità non importa che sia elevata: fondamentale  è far sì che la mente possa associare, senza impedimenti, ad ogni parola scritta una immagine (qualunque, anche che non faccia aderire il significato al significante) purché sia capace, una volta pronunciata, di essere “densa”, tridimensionale, espressiva appunto! 

Solo dopo si procederà ad unire a questo, scansione, ritmo, colore ed altri elementi di cui parleremo più avanti.
Accendiamo il cervello allora e, come per ogni attività del corpo o dell’anima, mettiamoci in esercizio.

Che l’allenamento abbia inizio!



articolo a cura di Francesca Borriero

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